24 settembre LanternaMagica:36° minuto

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StoPaz:)
00sabato 25 settembre 2010 14:38
Commenti del dopo-venerdì:
serata affollata, pubblico attento, 3 multivisioni proposte, discussione, confronto e dibattito fino alle 2: direi che la serata è stata intensa.

Prima proiezione, sui Rom: qualcuno la conosceva è cmq è stato per me emozionante rivederla.
Molte foto della scuola di fotografia romana Graffitiscuola, provenienti dal libro "figli di un dio minore", sono un ottimo esempio di reportage, e già come immagini valevano, ma sicuramente il valore aggiunto del montaggio e della colonna sonora hanno dato a mio parere un notevole impatto emotivo.
RIspetto alla scorsa volta sono riuscito a vedere meglio le immagini e ho trovato anche qualche foto senz'altro utile alla proiezione ma meno intensa dal punto di vista della singola immagine.

La seconda proiezione ha avuto la stessa fonte, ma ovviamente da un altro libro della stessa scuola, ma con il tema incentrato sulla Palestina, e ho apprezzato una tecnica di montaggio più evoluta, una "storia" più definita, e molte immagini anche più forti poichè di guerra si tratta.
Dai commenti successivi qualcuno ha apprezzato maggiormente questa opera.

La terza proiezione ha come tema i nostri vicoli, e ho apprezzato la differenza di approccio tra le nostre foto e quelle di Giacomo; a mente fredda direi che la multivisione ha dato un aspetto ai vicoli più immaginifico, cercando di ispirare il "concetto" di vicolo, mentre le nostre immagini generalmente sono + oggettive.

Molto interessanti secondo me sono state le nostre domande e le risposte di Giacomo, che ci hanno offerto una serie di piccoli accorgimenti su come migliorare le nostre proiezioni.

Metto solo per completezza di riassunto che gli abbiamo proposto alcune nostre proiezioni, e salvo la mitica di Tomma sulle foto demenziali fatte alla mostra di aprile, io mi sono reso drammaticamente conto di quanta strada dobbiamo fare per costruire anche noi delle multivisioni decenti, anche se il nostro obiettivo è in media solamente proporre gradevolmente una nostra serie di immagini.
RIngrazio Giacomo che ha commentato con sincerità e senza falsi buonismi le nostre produzioni.

Di sicuro al momento, come dice Giacomo, il nostro orizzonte è limitato, come dicevo, ma altrettanto di sicuro la voglia di migliorare non ci manca, e la serata di ieri è stata, almeno per me, fonte di molte considerazioni su come facciamo e come potremmo fare, con ottimi esempi di opere compiute, e tutto in una atmosfera secondo me giusta, cioè senza celebrazione e autocelebrazione.

Appuntamento all'11 12 e 13 novembre al centro civico Buranello per la 10° edizione per vedere gli ospiti che Giacomo ha invitato per la sua rassegna.

A voi ulteriori commenti


Phango
00domenica 26 settembre 2010 13:12
Mie considerazioni:

Un'altra serata molto piacevole, sia per aver apprezzato i vari accorgimenti per rendere una proiezione di maggior pregio sia perchè abbiamo visto immagini notevoli.

Secondo me il genere di proiezioni che prepariamo noi si interseca solo in piccola parte con quello che tratta Giacomo.
Per farmi capire meglio... noi ci porremmo la domanda che ha fatto Raffaz: "se un'immagine che vorremmo inserire siamo costretti a tagliarla o a mostrarla tramite un movimento dell'inquadratura..."
Mantre chi utilizza le immagini per costruire una multivisione non pone l'accento sulle singole opere ma sulla storia che raccontano; può essere anche utilizzata solo un dettaglio di esse.

Magari non ho un occhio esperto, ma io vedo la proiezione di Tomma all'altezza delle migliori multivisioni di Giacomo: sonoro precisamente coordinato alle immagini, effetti funzionali e precisi, un esplicita storia narrata.

Dei tre lavori che abbiamo visto preferisco il primo sui rom. Non parlo della qualità delle immagini, che credo sia un elemento secondario nella multivisione, ma del gioco tra musica e fotografia che guida l'osservatore nella lettura della storia.
La proiezione sull'Afganistan è magistralmente organizzata ma si limita, a mio modesto parere, all'utilizzo di strumenti tecnici per accompagnare al meglio tutti i momenti dei brani scelti (cosa sicuramente non facile).
Con la proiezione sui rom ho avuto una sensazione molto più piacevole, nell'essere guidato dal brano nella storia, lasciato libero e poi nuovamente ripreso: all'inizio brano e immagini sono fortemente legati, poi la storia sui rom continua ad essere raccontata dalle immagini mentre il brano ti accompagna pur andando per la sua strada. Poi un brusco convergere di brano e immagini, quando ci sono forti riferimenti alle parole del testo. Ancora immagini che raccontano, non legate strettamente alle parole del brano ed alla fine un altro brusco convergere che ti accompagna alla fine del racconto, questa volta grazie alle parole della poesia direttamente proiettate sulle immagini. Insomma... mi sono sentito piacevolmente sballottato... [SM=x1258740]
fediss
00domenica 26 settembre 2010 14:41

Serata molto interessante.

Io ho qualche perplessità riguardo alla "natura" della multivisione e sulle regole che la contraddistinguono.
Mi spiego.
Fino a venerdì avevo idea che la multivisione fosse soltanto una modalità di visione delle fotografie, sia paure accompagnate da un commento sonoro/musicale e montato con una certa logica, simile a come si potrebbe comporre un'esposizione.
Dalla critica di Giacomo al lavoro sulla Metro ho dedotto invece che lo storyboard dovrebbe costituire un elemento imprescindibile del lavoro, accompagnato da precise regole compositive (es. evitare le croci). Ciò che a mio avviso allontana un poco tale forma espressiva (peraltro rispettabilisima) dalla fotografia per avvicinarla al documentario cinematografico. La mia perplessità si accresce (e conferma il suo avvicinamento all'altro mezzo) quando la fotografia non viene neppure mostrata nella sua interezza ma zoomata e scorsa dall'altro al basso, da destra a sinistra; o quando il lavoro viene compiuto con foto di autori diversi, accomunati solo dall'unicità del tema trattato.
E' evidente che qui la fotografia è strumentale a qualcos'altro, e di cui costituisce una componente.
pentagono.
00domenica 26 settembre 2010 18:52
Non ho ovviamente visto la proiezione di venerdi' al circolo,ma per la mia esperienza,per il ricordo che ho di queste multivisioni non posso che essere d'accordo con fediss.Troppo lontane dal concetto di sequenza fotografica musicata e troppo povere per essere definite cinema.Credo siano una cosa a se' e perdipiu' destinate a un pubblico di nicchia.Nel classico slide la capacita' di scegliere un brano musicale rende la proiezione rafforzata, senza peraltro cambiare il senso di ogni fotografia.Le multivisioni hanno o avrebbero lo scopo di tramettere un messaggio a prescindere dalla fotografia e anzi utilizzandola come mezzo per un pensiero che puo' anche essere di segno opposto alla singola immagine proiettata.Messaggio che si rende palese (quando ci si riesce) alla fine.Credo abbiano un senso, perche' tutto ha un senso quando vuole esprimere un pensiero, un concetto,ma siano appunto "altra cosa".
mrxas
00lunedì 27 settembre 2010 02:35
Re:
pentagono., 26/09/2010 18.52:

Non ho ovviamente visto la proiezione di venerdi' al circolo,ma per la mia esperienza,per il ricordo che ho di queste multivisioni non posso che essere d'accordo con fediss.Troppo lontane dal concetto di sequenza fotografica musicata e troppo povere per essere definite cinema.Credo siano una cosa a se' e perdipiu' destinate a un pubblico di nicchia.Nel classico slide la capacita' di scegliere un brano musicale rende la proiezione rafforzata, senza peraltro cambiare il senso di ogni fotografia.Le multivisioni hanno o avrebbero lo scopo di tramettere un messaggio a prescindere dalla fotografia e anzi utilizzandola come mezzo per un pensiero che puo' anche essere di segno opposto alla singola immagine proiettata.Messaggio che si rende palese (quando ci si riesce) alla fine.Credo abbiano un senso, perche' tutto ha un senso quando vuole esprimere un pensiero, un concetto,ma siano appunto "altra cosa".



Sono d'accordo.

E non trovo che - in generale - ci si debba sentire in condizioni di inferiorità rispetto a questo modo di fruire della fotografia.
Non ha molto a che vedere con il nostro modo, che considera importante la valutazione dell'immagine singola o della sequenza commentata musicalmente (o viceversa). Non so quanti di noi abbiano mai avuto intenzione di cimentarsi nella MV pura: per costoro si può anche accettare la considerazione di sentirsi drammaticamente indietro. E mi sembra strano porre l'accento su questo proprio ora, momento in cui tra noi si discute se non sarebbe meglio ritornare alla valutazione della singola foto.

Non condivido neppure la valutazione che "il nostro orizzonte è limitato" : implicherebbe che la MV sia il punto più elevato del nostro persorso, il che non è. Si potrebbe altrettanto dire della multivisione, dal nostro punto di vista. Ma nè una nè l'altra considerazione sono sensate : sono due percorsi paralleli, che raramente s'incontrano, ed ognuno ha il suo linguaggio ben distinto. Questo non è mai stato più evidente di venerdì: da una parte opere basate prevalentemente da foto altrui, assemblate per trarne un significato. Dall'altra una presentazione di foto proprie, messe in sequenza al fine di rafforzare il contenuto che ognuna singolarmente già esprime.

Sono Due mondi separati, che trarrebbero vantaggio dall'osservarsi l'un l'altro, così imparando come migliorare nel proprio ambito, ma rimanendo ben distinti . No, non mi sento affatto "limitato", anzi: mi sento libero da schemi. Si può prendere del buono dai metodi della MV, senza per questo cambiare la natura di quello che realizziamo e proponiamo.

Golden_82
00lunedì 27 settembre 2010 08:59
In effetti dopo la serata di venerdì, ho realizzato quanto già detto da tutti voi, la multivisione e le nostre presentazioni sono appartenenti a due universi paralleli.
Interessante il mondo MV, ma non appartenente al mio modo di esprimermi. La MV è utile a migliorare sotto certi aspetti le nostre presentazioni, ma non bisogna pensare di stravolgerle e seguire tutti i canoni appartenenti alla MV, in quanto, penso, che per noi l'importante è l'immagine, ciò che fotografiamo esprime le nostre emozioni, e sarebbe un delitto tagliare la fotografia o non farla vedere per la sua interezza.
Diesel@
00lunedì 27 settembre 2010 10:33
La serata è stata molto piacevole ed è stato interessante il confronto con un'altra realtà. Credo anch'io che la MV sia una forma di espressione diversa dalla fotografia tale come la viviamo noi. Anche se ho rivisto volentieri il lavoro sui Rom, che avevo già visto ed apprezzato in precedenza e sono rimasta molto colpita dal lavoro sulla Palestina, per la sua efficacia e professionalità, trovo che la predominanza della tecnica del montaggio sulla qualità della foto sia un pò ostica da accettare. Vero è, peraltro, che molte regole utilizzate in questo tipo di proiezione le potremmo/dovremmo mutuare per i nostri eventuali lavori. Personalmente non ho una particolare predilezione per le presentazioni ma imparare qualcosa di nuovo mi diverte sempre.

Grazie a Giacomo per la sua disponibilità, i suggerimenti e per la piacevole serata!!
furio62
00lunedì 27 settembre 2010 19:50
Re: Re:
mrxas, 27/09/2010 2.35:



Sono d'accordo.

E non trovo che - in generale - ci si debba sentire in condizioni di inferiorità rispetto a questo modo di fruire della fotografia.
Non ha molto a che vedere con il nostro modo, che considera importante la valutazione dell'immagine singola o della sequenza commentata musicalmente (o viceversa). Non so quanti di noi abbiano mai avuto intenzione di cimentarsi nella MV pura: per costoro si può anche accettare la considerazione di sentirsi drammaticamente indietro. E mi sembra strano porre l'accento su questo proprio ora, momento in cui tra noi si discute se non sarebbe meglio ritornare alla valutazione della singola foto.

Non condivido neppure la valutazione che "il nostro orizzonte è limitato" : implicherebbe che la MV sia il punto più elevato del nostro persorso, il che non è. Si potrebbe altrettanto dire della multivisione, dal nostro punto di vista. Ma nè una nè l'altra considerazione sono sensate : sono due percorsi paralleli, che raramente s'incontrano, ed ognuno ha il suo linguaggio ben distinto. Questo non è mai stato più evidente di venerdì: da una parte opere basate prevalentemente da foto altrui, assemblate per trarne un significato. Dall'altra una presentazione di foto proprie, messe in sequenza al fine di rafforzare il contenuto che ognuna singolarmente già esprime.

Sono Due mondi separati, che trarrebbero vantaggio dall'osservarsi l'un l'altro, così imparando come migliorare nel proprio ambito, ma rimanendo ben distinti . No, non mi sento affatto "limitato", anzi: mi sento libero da schemi. Si può prendere del buono dai metodi della MV, senza per questo cambiare la natura di quello che realizziamo e proponiamo.




sono assolutamente d'accordo. c'è chi è portato per questo genere di cose e chi no; questo non può far sì che la valutazione di ciò che porta, presentato in dissolvenza(messa in dissolvenza e con un po' di musica per rendere più leggera la stessa), sia sullo standard della multivisione.
StoPaz:)
00martedì 28 settembre 2010 00:35
Che l'MV sia una cosa diversa da quanto produciamo noi è parzialmente vero:
lo dimostra la proiezione di Tomma, dove la modalità di presentazione è stata un forte supporto alla forza ironica delle immagini, quindi non so a chi del 36° interessi fare o seguire la MV ma a me si. Lo scopo lo avete detto, per gli strumenti usati al fine di migliorare la piacevolezza anche delle semplici presentazioni. E ricorderete anche le altre presentazioni di Tomma e Smiling sul viaggio a Capo Nord che avevano una costruzione buona e che si appoggiava a effetti che non abbiamo mai usato( i riquadri con i filmati che davano il significato alla proiezione)
D'altro canto non escludiamo anche durante i corsi di parlare delle presentazioni come di una maniera di finalizzare le immagini.
Ed infine se parliamo di usare le nostre foto in portfolio, non pensiamo a foto disgiunte ma che abbiano un "progetto" guida. E non facciamo che ribadire che l'utilizzo può essere con stampe o con presentazione. Quindi sempre di progetto si parla.
Quindi a me sembra che la MV sia un'altra forma di finalizzazione con mezzi e tecniche espressive a cui non siamo (siete) abituati, e pertanto si cercano i distinguo.
Se i Distinguo si trovano allora possiamo essere tranquilli e soddisfatti delle nostre produzioni.

Sull'uso delle immagini altrui, vi sarete dimenticati la mia proiezione "dolcissima" usando uno skech della trasmissione 610 assemblandola con immagini cercate con google, o delle volte che qualcuno di noi produce proiezioni usando le immagini di altri.

La definizione "orizzonte limitato" non si riferisce ad un nostro invalicabile limite di capacità e comprensione, ma al fatto che la conoscenza delle tecniche di MV è utile al miglioramento di OGNI nostra attività mediatica, che sia la proiezione o che sia il montaggio di una mostra.

Si è parlato di cinematografia, direi che a mio parere non c'è nesso: parlando solo della tecnica della dissolvenza, se analizzate qualsiasi immagine filmica o televisiva ha stacchi netti e nessuna dissolvenza. E in ogni modo la MV è spesso formata da fotografie. Ed eviterei di parlare della "forza" espressiva del cinema; la forza espressiva è dono di qualsiasi forma di comunicazione purchè interpretata da chi ha capacità, che si tratti di stampe singole, portfolio, presentazioni MV, Corti, cinema o anche pubblicità.

Ed infine che ci sia qualcuno "portato" per le proiezioni o anche oltre verso le MV nessuno lo nega, come c'è chi fa BN o macro o ha deciso di non fotografare le persone, e quindi anche il contrario.
La cosa che mi preme per la filosofia del 36° è di essere aperti a qualsiasi forma di comunicazione, accettando serenamente le nostre attuali capacità, venendo a conoscere nuovi orizzonti.

La cosa che mi ha lasciato perplesso dunque è stato il bisogno di creare la definizione di MV e dunque di trovare il parallelismo e non la confluenza tra vari modi di comunicare,
mentre a mio parere poco si è discusso del valore intrinseco (che fosse apprezzabile o meno) delle Multivisioni proposte.
fediss
00martedì 28 settembre 2010 10:43
Sono d'accordo nel non creare steccati circa la possibilità espressiva dello strumento fotografico, non fossilizzandosi in definizioni che poi lasciano il tempo che trovano.
La tentazione di "autodefinirsi" credo dipenda dalla molteplicità dei mezzi e dalle nuove possibilità offerte dalla tecnologia digitale ecc.
Mr.Limbo
00martedì 28 settembre 2010 12:56
freddura:

credo che se il prodotto convicesse al 100% sia dal punto di vista fotografico, sia VideoEditoriale, sia Creativo, tutti questi discorsi/distinzioni tra MV foto ecc... non li faremmo.


e mho l'ho detto ! [SM=g7564] [SM=x1258746]
smiling76
00martedì 28 settembre 2010 14:08
Be si potrebbe portare la qualità fotografica da noi richiesta nel mondo della multivisione secondo me!!
mrxas
00martedì 28 settembre 2010 18:14
Re:
StoPaz:), 28/09/2010 0.35:

Che l'MV sia una cosa diversa da quanto produciamo noi è parzialmente vero:
lo dimostra la proiezione di Tomma, dove la modalità di presentazione è stata un forte supporto alla forza ironica delle immagini, quindi non so a chi del 36° interessi fare o seguire la MV ma a me si. Lo scopo lo avete detto, per gli strumenti usati al fine di migliorare la piacevolezza anche delle semplici presentazioni. E ricorderete anche le altre presentazioni di Tomma e Smiling sul viaggio a Capo Nord che avevano una costruzione buona e che si appoggiava a effetti che non abbiamo mai usato( i riquadri con i filmati che davano il significato alla proiezione)
D'altro canto non escludiamo anche durante i corsi di parlare delle presentazioni come di una maniera di finalizzare le immagini.
Ed infine se parliamo di usare le nostre foto in portfolio, non pensiamo a foto disgiunte ma che abbiano un "progetto" guida. E non facciamo che ribadire che l'utilizzo può essere con stampe o con presentazione. Quindi sempre di progetto si parla.
Quindi a me sembra che la MV sia un'altra forma di finalizzazione con mezzi e tecniche espressive a cui non siamo (siete) abituati, e pertanto si cercano i distinguo.
Se i Distinguo si trovano allora possiamo essere tranquilli e soddisfatti delle nostre produzioni.

Sull'uso delle immagini altrui, vi sarete dimenticati la mia proiezione "dolcissima" usando uno skech della trasmissione 610 assemblandola con immagini cercate con google, o delle volte che qualcuno di noi produce proiezioni usando le immagini di altri.

La definizione "orizzonte limitato" non si riferisce ad un nostro invalicabile limite di capacità e comprensione, ma al fatto che la conoscenza delle tecniche di MV è utile al miglioramento di OGNI nostra attività mediatica, che sia la proiezione o che sia il montaggio di una mostra.

Si è parlato di cinematografia, direi che a mio parere non c'è nesso: parlando solo della tecnica della dissolvenza, se analizzate qualsiasi immagine filmica o televisiva ha stacchi netti e nessuna dissolvenza. E in ogni modo la MV è spesso formata da fotografie. Ed eviterei di parlare della "forza" espressiva del cinema; la forza espressiva è dono di qualsiasi forma di comunicazione purchè interpretata da chi ha capacità, che si tratti di stampe singole, portfolio, presentazioni MV, Corti, cinema o anche pubblicità.

Ed infine che ci sia qualcuno "portato" per le proiezioni o anche oltre verso le MV nessuno lo nega, come c'è chi fa BN o macro o ha deciso di non fotografare le persone, e quindi anche il contrario.
La cosa che mi preme per la filosofia del 36° è di essere aperti a qualsiasi forma di comunicazione, accettando serenamente le nostre attuali capacità, venendo a conoscere nuovi orizzonti.

La cosa che mi ha lasciato perplesso dunque è stato il bisogno di creare la definizione di MV e dunque di trovare il parallelismo e non la confluenza tra vari modi di comunicare,
mentre a mio parere poco si è discusso del valore intrinseco (che fosse apprezzabile o meno) delle Multivisioni proposte.



Le distinzioni derivano dal fatto che certe definizioni sembrano attribuire un valore generale all'idea di "limitatezza" della nostra normale attività e del nostro modo di usare la fotografia. Per me non derivano - come dici - dal fatto che non si è abituati
(a me sembra che la MV sia un'altra forma di finalizzazione con mezzi e tecniche espressive a cui non siamo (siete) abituati, e pertanto si cercano i distinguo")

Se il tuo scopo (e quello di altri, ovvio) è quello di giungere a fare della reale MV , certamente il percorso è lungo, anche se già intrapreso. Altrimenti siamo su un percorso differente ed il problema non si pone nemmeno.

La questione è molto semplice ... come dire "non trovo gusto nel fotografare paesaggi, ed allora non li fotografo ... ma se qualcuno ci sballa buon per lui. Basta che non dica che *dovrei* fotografarli"

Personalmente non trovo gusto nel preparare "lavori" con foto non mie, anche se mi fa piacere aiutare qualcuno ad organizzare le sue. Ma non lo trovo un "mio" lavoro.

E' chiaro (e l'ho già detto) che si trae beneficio dall'osservare modi diversi di "fare le cose", certe indicazioni sulla "storia" da seguire o sulla "progettualità" sono certamente utili. Ma questo va da sè. Il paragone con le presentazioni o i portfoli è improprio: questi sono infatti propri della fotografia "tradizionale" e infatti seguono criteri di costruzione diversi rispetto alla MV

Non vedo nemmeno come sia possibile interpretare questa discussione come "chiusura" del 36 rispetto a forme diverse di comunicazione: questa è una forzatura! Non condividere appieno, non "sentire propri certi modi" non significa rifiutare.
E non trovo nemmeno strano esprimere l'opinione di un parallelismo tra queste due forme espressive: è talmente evidente ... altrimenti sarebbe come dire che cinematografia a fotografia sono la stessa cosa perchè usano le immagini ... non lo sono, ma entrambe le arti si giovano di una reciproca interazione.

Basta, divento noiosissimo...







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