29 ottobre 2010: ospite G.B.Merlo

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StoPaz:)
00domenica 31 ottobre 2010 16:05
Le presentazioni le abbiamo fatte, quindi a seguire la discussione sulla serata svolta.
Mi sono giunte voci di apprezzamento per la serata, caratterizzata dalla visione di diversi lavori realizzati nell'arco di tempo che va dal 1977 al 1986 circa, tutti su stampa bn realizzata da Merlo.
Si è partiti da immagini singole, una sola elaborazione, un solo paesaggio, per poi entrare nel vivo della serata, con quelli che ora si definiscono portfoli e che una volta erano sequenze o fotoracconti.
Quasi tutte le immagini presentate fanno parte del bagaglio di vita e di esperienze di Gianni, a partire dal ritratto dell'archivista fino all'ultimo progetto incompiuto del quale ricordo solo il termine "materiche".

Per ordine, il primo lavoro articolato è stato "scuola serale": 10 immagini di reportage realizzate mentre Gianni frequentava questa scuola; indubbiamente ci ha fatto piacere la spiegazione fornita da Gianni, ma le foto parlavano da sole.

Un seguito è stato "L'impiegato" serie di 5 foto con regia dell'autore.

Universalmente apprezzata la serie effettuata sui manichini alla stazione, 5 immagini realizzate sia con una fortuna sfacciata di aver trovato una stazione fs piena di questi manichini, sia con la capacità di aver sfruttato l'occasione, cmq immagini splendide!

Non ricordo se il titolo fosse "partire" una serie realizzata sulla vita del pendolare, quale era Gianni, con la ripresa di ogni momento che caratterizza quel viaggio giornaliero, sempre uguale a se stesso che dura anni lavorativi: li treno, il bus, la stazione, la mensa, il lavoro, insomma ogni parte del quotidiano. In ogni caso molti suggerimenti e spunti.

Poi un'altra serie di 10 immagini sul tema dell'abbandono della casa, vale a dire il personaggio descritto da Gianni è stato fotografato mentre osservava per l'ultima volta la casa dove è nato prima di cederla. Qui la spiegazione per me ha reso più immediata la fruizione del significato delle foto, in effetti Gianni ha comunicato mediante simboli visivi.

Ancora abbiamo visto una serie sulla funicolare Zecca, dove la cosa sconvolgente era che la gente si faceva fotografare senza nominare il danneggiamento della privacy...

e infine 1 lavoro su foto di archivio che Gianni ha deciso di chiamare con un titolo leggermente cervellotico tipo "Assonanze Convergenti"
Qui pur potendo istintivamente apprezzare l'opera formata da 8 immagini ben assortite e con accattivanti simbolismi, il significato è nascosto tra le pieghe delle inquadrature, nelle somiglianze o simmetrie di linee, e quindi non c'è più l'immediata decodifica di ogni immagine, ma il gusto della scoperta, solo che se non riusciamo a scoprire cosa voleva dire Gianni, rischiamo di rimanere a bocca asciutta [SM=x1258733] .

Forse non tutti hanno visto un progetto per un libro su Genova con l'insieme di foto realizzate per i lavori già descritti, forse leggermente didascalico, ma un bel raccoglitore della visione di Gianni del suo micromondo, che poi è anche il nostro, ma descritto 30 anni fa.

Cosa ci ha insegnato? molto a mio parere.
Ci ha ricordato che le foto non si vedono ma si guardano, che se si vuole dire qualcosa con la fotografia devi si usare la grammatica e la sintassi, ma se non esprimi concetti non hai fatto molta strada, e lui di concetti ne ha espressi.
Ci ha raccontato come ha cercato la collaborazione delle persone ritratte, ci ha insegnato come ha costruito i suoi lavori prendendo appunti mentali e rivivivendo le situazioni in modo da ritrovare gli spunti ispiranti.
Ci ha descritto la meticolosità con cui ha scelto la funzione della singola immagine per incrementare la forza della comunicazione.
Tutte cose assolutamente attuali e sempre applicabili anche se sono passati anni e tecnologie.
Un appunto che in questo momento per me è negativo, anche se non escludo che in futuro possa trasformarsi in positivo (ne dubito), è l'influenza che la FIAF ha sicuramente esercitato su Gianni specie sugli ultimi lavori, dove, a partire dai titoli che ricordo come troppo concettuosi e a finire sulle foto abbinate con legami ermetici, la genuina ispirazione del fotografo Gianni Merlo ha lasciato troppo spazio ad una emulazione dei giochi pseudo culturali che potrebbero voler scimmiottare a volte il concetto di ARTE quando questa viene proposta da Parrucconi Tronfi.

Gianni è stato molto contento della nostra accoglienza e di questo ringrazio ognuno di voi perchè so quanto sia importante per un autore invitato avere un riscontro come quello che gli abbiamo offerto.
Insomma abbiamo vissuto una bella serata!
@gege
00lunedì 1 novembre 2010 16:36
c'e' modo di vedere qualche sua foto? Ho cercato in rete (non troppo per la verita') ma non ho trovato niente
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