Patrizia ha esordito dicendo "sono timida", l'avreste detto?
La prima cosa che mi ha colpito è la dolcezza del suo sguardo, il modo pacato che ha di parlare e, a differenza di molti colleghi, non ha parlato della difficoltá del lavoro, ma solo di come in genere si propone alla committenza a seconda delle occasioni.
Ci ha parlato dei suoi corsi e tra noi Franzisco è stato un fortunato ad averla avuta come insegnante di fotografia ai tempi delle medie; per inciso Franzisco è un entusiasta della fotografia.
Anche Lei, come diversi di noi, é passata dalla pellicola e dalla camera oscura, e si è visto; e anche lei è passata attraverso le forche caudine del software, croce delizia di chi oggi vuole un minimo di decenza dalle sue immagini.
Quindi siamo partiti con le sue ultime immagini sulla Box:
30 foto in un piacevolissimo BN che hanno raccontato la vita di questo sport praticato in una palestra di Cornigliano e che fanno parte di una mostra che a novembre è stata esposta sempre a Cornigliano.
Oltre al taglio ineccepibile, alla funzionalità del mosso quando è stato usato, alla invisibile correzione delle luci e degli scuri, le foto compongono un reportage che non vuole essere storia, infatti non arriviamo ad una conclusione che ipoteticamente potrebbe essere la vittoria di un pugile alla fine di un match, ma l'aria che si respira praticando questo sport, l'amicizia, l'insegnamento, i gesti, la preparazione. Il filtro che Patrizia ha usato per me è sicuramente percepibile in una delicatezza di scatto, non forti contrasti, non inquadrature esasperate, non volti tesi nella competizione, ripensansoci oserei dire che nelle sue immagini vedevo a volte l'eleganza del balletto, come poi l'abbiamo vista nelle sue foto successive, insieme ad una capacità di offrirci espressioni di questi personaggi coinvolgenti e sincere, sguardi, sorrisi, movimenti.
E ne potrei parlare ancora se avessi le foto davanti...
La sua vita cmq è quella delle foto di spettacolo, e anche qui ho visto una professionalità colta tra la descrizione del suo approccio alle varie modalità di scatto e le immagini proposte, mi dispiace di non aver visto gli scatti di teatro; ho apprezzato moltissimo quando ci ha raccontato le difficoltà che incontra nei vari generi di spettacolo che riprende, quando l'evento la appassiona oppure l'annoia.
Per completezza di descrizione ricordo che abbiamo visto foto di balletto, di opera, e anche il backstage delle riprese di un cortometraggio, interessantissimo.
ALtri reportages proposti sono a volte solo accennati, come la pesca, realizzata salendo sui pescherecci e sparandosi 12 ore di mare dalle 17 alle 5 del giorno dopo, o foto sui campi di concentramento, dove anche lei si è cimentata pur rendendosi conto, a suo parere, di non aver prodotto foto che comunicavano quanto lei ha provato visitando quei luoghi.
Piacevolissimo ancora aver sentito parlare anche della sua esperienza di insegnamento nel Botswana, dove ha passato 2 mesi a insegnare fotografia in scuole, e ci ha fatto percepire le difficoltà nel far comprendere alcuni concetti come quello di composizione a persone con una cultura che ha radici completamente diverse dalla nostra.
Termino questo discreto polpettone (mi spiace aver dovuto impegnare i vostri occhietti a leggere tutto...
) con l'augurio di ritrovare Patrizia nel nostro evento 36x36, in quanto dopo la serata ci è venuto spontaneo chiederle di partecipare a quello che potrebbe essere un evento di discussione sulla fotografia, e lei ne ha parlato sedendosi insieme a noi con lo stesso spirito che ci accomuna: sembrava che ci conoscessimo da sempre.....