Scritto da: El Piolo 14/02/2007 14.28
Apro questa nuova discussione perchè, per chiunque abbia una reflex digitale, prima o poi bisogna fare i conti con la pulizia del sensore. Le riviste specializzate ne parlano spiegando come eseguire la pulizia con vari prodotti, ma poi raccomandano l'invio in un centro specializzato. Dedicato ai patiti "fai da te" il dibattito è aperto.
Ottima idea ...
Com'è noto il massimo esperto del settore è SPaz ... dato che è colui che ha osato di più, tentando di distruggerne uno, senza riuscirci
Oltretutto è il più folkloristico quando indossa allo scopo gli appositi occhialini ingranditori e maneggia la peretta da clistere.
Io umilmente proverò a dire la mia.
Intanto "fai-da-te" per forza ... vorrete mica delegare ad altri l'onere e la responsabilità, vero?
men che meno ad un laboratorio: il sensore si schifezza a prescindere da dove siete, forse di più dove non potete contare sull'aiuto di nessuno (p.es. in vacanza) ... e allora che fate?
Poi tenete presente che l'operazione è ben meno pericolosa di quello che si sente (o, peggio, si legge) in giro. A volte tanta fobia mi sembra indotta ad arte, amplificata da quella grancassa che è internet ... Per quel che vale io non ho mai sentito dire di un sensore danneggiato, e, d'altronde, non dev'essere semplice danneggiarlo. Per chi ancora non lo sapesse non si pulisce il "sensore", ma un pezzo di vetro che lo protegge, resistente
almeno quanto un comune filtro. Se non ci andate con la carta vetrata o simili (tipo un pennellino sporco di sabbia) non dovreste avere guai. Certamente data la posizione ed il valore estrinseco dell'oggetto occorre andarci cauti....
Semmai, secondo me, il vero problema della
pulizia del sensore è un altro ... ma lo dirò in fondo. Inoltre sarò sommario ... sennò dovrei scrivere un vero e proprio articolo: condite con buon senso quello che scriverò.
Se cercate su google "sensor cleaning" trovate milioni di links. Io mi limito a evidenziarne uno, perchè del suo autore mi fido
http://www.bythom.com/cleaning.htm
da cui traggo l'inevitabile disclaimer ....
when you work on your own camera, you do so at your own risk. I try to provide accurate, useful information that reflects how I work, but I can’t be held liable for what you do with that information. Use the procedures listed here at your own risk.
... così vi ho avvertito ...
E' consigliabile munirsi di una lampada da tavolo e di occhialini ingranditori "alla StoPaz". E sarà anche il caso di avere la batteria dalla fotocamera ben carica ...
Prima di tutto - anche se spesso non viene ricordato - è pulire il "vano dello specchio", con aria o con apposito pennellino
(usato solo per questo) , naturalmente
prima di alzare lo specchio stesso! E' importante, perchè le particelle che si depositano sul sensore provengono prevalentemente da lì.
Sistema 1
Dato che comunque sia è meglio cercare di pulire senza toccare ... una volta alzato lo specchio, provate ad usare una pompetta per soffiare aria: Stopaz usa allo scopo la peretta da clistere
fate voi ... attenzione a non toccare il sensore, però. E attenzione che l'aria dev'essere pulita, meglio quindi comprarla nuova
Sistema 2
Più efficace è l'uso della pericolosissima e sconsigliatissima "bomboletta di aria compressa" : è il metodo che uso io quasi esclusivamente
Certo che se la shakerate e sparacchiate a caso, vi cercate dei guai. Va usata con cautela. Intanto sarebbe meglio usarne una che non schizza residui: come fare a saperlo? o tentate a caso, o sperimentate.
In generale (e questo vale per ogni metodo e strumento di quelli qui descritti) potete sperimentare su un filtro trasparente pulito, meglio se trattato antiriflesso (un UV ad esempio) facendo finta che sia il sensore: se dopo tutti i maltrattamenti questo vi appare integro ad un esame accurato e ravvicinato sotto una luce intensa, tutto ok!
Tornando alla bomboletta:
- non agitatela o scrollatela prima dell'uso
- attaccate il tubicino all'ugello
- dosate l'intensità del getto spruzzandovi il palmo della mano dalla stessa distanza da cui opererete sul sensore, tenendola verticale.
- con la stessa pressione del dito (nè troppa nè poca
) passate al sensore, da vicino (+o- 1 cm), sempre con la bombola in verticale, cercando di dirigere il getto dal centro verso i bordi del sensore
- siate rapidi! (ma non agitati
) Il gas si raffredda notevolmente e rapidamente, ed aumenta il rischio di schizzare liquido sul sensore, oltre che raffreddarlo un pò troppo bruscamente. Comunque una quindicina di secondi l'avrete ... anche qualcuno di più, dipende da voi! Se sapete dov'è la schifezza ovviamente insistete lì da vicino.
Sistema 3
In alternativa potete usare un apposito pennellino. Apposito perchè oltre ad essere ragionevolmente morbido dev'essere senza legante protettivo. C'è chi usa dei pennellini da trucco ... io ho poca esperienza a riguardo
. Comunque sia in caso di dubbio provate come ho detto sopra su di un filtro, ma sconsiglerei l'uso sperimentale di pennellini a caso, a meno che non sappiate quello che state facendo. Certo che a vedere i prezzi che girano su internet per gli appositi pennellini (almeno 60$
) viene voglia di provare.
In realtà io ne ho un paio, appositi ma che mi sono costati molto meno, e non ho avuto un buon risultato: striature sul sensore! quindi non sono incline a proseguire l'esperienza. Altri usano con soddisfazione gli stessi pennellini, quindi non posso certo sconsigliarvi in generale, lascio a costoro una dettagliata spiegazione d'uso.
Sistema 4
Se avete macchie persistenti più che la solita polvere non c’è altro da fare che ricorrere alle pezzuole (o, meglio, alle “spatoline”) imbevute di liquido apposito. Esse sono delle spatoline di tessuto fatte a misura del vostro sensore . Hanno la caratteristica di essere MOLTO costose (48$ / 12pz) , dato che sono monouso. Per una descrizione di tutto ciò vedere
Sensor Swab
Io ho usato il liquido di pulizia apposito (non lascia residui) e le pezzuole, arrangiate su un cotton-fioc: costano molto meno, ed il principio è lo stesso. Vanno usate come il Glassex su una finestra, strisciandole da una parte all’altra del sensore, orizzontalmente, cercando di lasciare al bordo i residui di sporco che si eventualmente si accumulano. E teoricamente si dovrebbe fare una passata sola per ogni spatolina o pezzuola, per evitare di sporcare il sensore con i residui della passata precedente.
Il sistema funziona, e bene, ma bisogna accuratamente controllare che i residui siano scomparsi dall’area sensibile e che non ci siano striature … in caso contrario si ripete e si ripete …
Esistono altri sistemi, ma non avendoli mai sperimentati non ne parlerò. Diffiderei comunque da sistemi come “speck-grabber” , una specie di pinzetta per prendere la polvere … peccato che normalmente quello che dà fastidio è proprio la polvere che non si vede!
Ed esistono palliativi “a posteriori” come quelli messi in atto da certi software (vedi Nikon Capture), ma essendo specifici di una marca non ne parlerò: possono costituire comunque una ciambella di salvataggio in certi casi, ma vanno usati con metodo, per essere sensatamente applicabili.
E qui concludiamo con quello che ho definito
“il vero problema della pulizia del sensore” : accorgersi che è sporco! Vi sembra ovvio? Lo è se fate delle foto che non v’importano, poche per volta e potete controllarle subito. In caso contrario non è tanto ovvio ed indolore.
Intanto è lapalissiano che sia meglio non sporcarlo
… ma qui basta il buon senso. Girare con la macchina senza ottica montata e senza tappo non è il massimo, così come non è mai la miglior cosa cambiare freneticamente ottiche quando turbinano polvere, sabbia, schizzi (digitale o no che sia la strumentazione!) .... ma se è
“necessario” si fa! Oltretutto non sono convintissimo che il peggior nemico del sensore sia il cambio dell’ottica. E poi mi sembra comunque un punto senza troppo senso ... se voglio cambiare obbiettivo lo faccio, ci mancherebbe che debba pensare “oddio, si sporca il sensore!” Però ... ci avete mai pensato che uno dei vantaggi più sensibili delle bridge-camera sulle reflex sia proprio il fatto che siano immuni da questo problema? (sì, ok, anche le compatte …)
Il fatto è che ci si accorge del “danno” quando questo è ormai fatto, questo è il guaio: per questo la prevenzione la fa da padrona. Nonostante questo ci troviamo abbastanza spesso puntini neri sulle foto ... invisibili finchè non sono – tutti uguali - sulle 1500 foto delle vacanze, o del matrimonio-dell’amico-che-ti-crede-un-grande-fotografo. A questo punto niente da fare, solo il timbro di PS ci salva, spuntinandole una ad una . Per evitare ciò, che fare? Propongo:
- prima di ogni evento importante controllare che sia pulito
- durante le riprese, quando possibile, controllare ancora.
- Durante le vacanze prendere l’abitudine di controllare ogni sera
- Usare metodi di correzione quasi-automatici come la Rimozione Polvere di Nikon Capture, se si può.
“CONTROLLARE” è il punto critico : come?
Scattando una foto (sfuocata) ad un foglio bianco o al cielo, alla minima apertura di diaframma ed osservando la foto: questa è la complicazione, ed uno dei motivi sensati per portarsi dietro un PC portatile. La sporcizia, se non è clamorosamente enorme (diciamo come un pelucco di un millimetro) non si vede se non ingrandendo l’immagine …. Quindi o scaricate l’immagine sul PC ed osservate con cura o esaminate attentamente l’LCD della macchina, ingrandendo l’immagine e setacciando settore per settore . Questo con le macchine dell’ultima generazione è un po’ più semplice, altrimenti rischia di sfuggire qualcosa, e si aggiunge tedio ad un processo già abbastanza tedioso.
Questa procedura è necessaria anche ogni volta che pulite il sensore il che rende il tutto - appunto - piuttosto noioso
:
1- Pulitura mirror box
2- Alzo specchio
3- Pulitura sensore
4- Scatto
5- Scaricamento su PC
6- Esame
7- Se no ok ripeto dal passo 2 fino alla completa soddisfazione
Sì, una rottura, ma avere lo stesso pattern di puntini neri su tutte le foto e spuntinarle una ad una non è più divertente ...
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Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium difficile