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DOISNEAU al FORMA (MI) fino al 14 Novembre

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2010 19:21
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DAL MESTIERE ALL'OPERA


Nato nel 1912 a Parigi, da questa città Robert Doisneau non si staccò mai del tutto. Il suo territorio di caccia, la sua riserva preferita d'immagini ed emozioni era lì, a portata di mano. Parigi come mondo, la fotografia come pretesto, la curiosità come spinta e la leggerezza come stile. DAL MESTIERE ALL'OPERA presenta una selezione di circa cento stampe originali, le più celebri accanto ad altre praticamente inedite, scelte in gran parte nel suo atelier e in importanti collezioni pubbliche e private francesi. L'ampia selezione, arricchita da documenti privati e testimonianze raccolte con l'aiuto amorevole delle figlie del fotografo, propone una rilettura critica e aggiornata per mostrare come la bellezza apparentemente spontanea delle sue immagini fosse frutto di grande lavoro, e come, in pratica, Doisneau sia riuscito nella sua vita a passare dal mestiere all'opera con una gravità insospettabile, fermando sulla pellicola frammenti di un mondo di cui voleva provare l'esistenza. Ma oltre le strade di Parigi, dove incontrava e ritraeva amanti e bambini, Doisneau ha realizzato anche sorprendenti e inaspettate fotografie a colori. Era il 1960 quando la rivista Fortune incaricò il fotografo francese di raccontare la vita di una città particolare, nata come un fiore sgargiante nel deserto della California: Palm Springs. Doisneau accettò la sfida e compose il suo personale sogno americano, non in bianco e nero ma raccontato con un'esplosione di colori. Le immagini dell'album PALM SPRINGS 1960, presentate ora per la prima volta in Italia, mostrano un aspetto poco conosciuto del grande fotografo e sorprenderanno anche il visitatore più esperto trasportandolo in un universo festoso e ironico.

Per informazioni 02.58118067

info@formafoto.it





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08/11/2010 14:25
 
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Mi piacerebbe ma rimane poco tempo,parliamone venerdì sera.
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Ci andrò sabato, cogliendo l'occasione che sarà il mio compleanno.. a proposito.. venerdì porto la o le torte...

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Non mi sono mai chiesto perché scattassi delle foto. In realtà la mia è una battaglia disperata contro l'idea che siamo tutti destinati a scomparire.
Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere. È pura follia. (Robert Doisneau)
09/11/2010 21:12
 
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09/11/2010 22:50
 
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Sabato scorso sono stata a Milano a vedere la mostra alla galleria Forma dedicata a Doisneau.

Se qualcuno di voi l'ha vista (so che Fediss è andato), mi piacerebbe condividerne le impressioni.

L'esposizione, collacata su di un piano, è stata suddivisa in due sezioni :

Da una parte i suoi scatti di strada, in bianco e nero, ambientati per le vie parigine degli anni '40 e '50 che tutti conosciamo
e - almeno per quanto mi riguarda - amiamo.

Da un'altra, invece, un insolito Doisneau a colori, una collezione degli anni '60 interamente realizzata a Palm Springs.

Per dire la verità, se sulla collezione di Palm Springs non fosse stato indicato esplicitamente che le foto sono di Doisneau,
credo che nessuno le avrebbe mai attribuite a lui.
Lo stile cambia radicalmente. Se nel Doisneau parigino eravamo abituati ad una devozione ed una cura estreme nella composizione, questo di sicuro non si ritrova nelle foto americane.

Queste infatti, anche quando si tratta di soggetti umani, sono più fredde e meno comunicative, o quanto meno, se comunicano,
lo fanno in via del tutto ermetica rispetto ai suoi personaggi francesi che tutti ben conosciamo, ma al di là di questo, ciò che mi è saltato immediatamente agli occhi è la trascuratezza nella composizione e nel taglio..

Molti apparirebbero come errori grossolani, se non sapessimo che si tratta di Doisneau, il quale sappiamo che certamente non
aveva problemi con questi aspetti..

Dunque mi sono chiesta il perchè di tale cambiamento. Semplicemente, dopo tanti anni di perfezione e adesione ai canoni classici,
l'artista si è stufato e ha deciso di mandare all'aria quanto abbracciato in precedenza? Un adeguamento alle mode di quegli anni? Una provocazione?


Sempre sullo stesso piano della galleria inoltre è stata allestita una breve esposizione di alcune opere del progetto
"Hiding in Italy"del fotografo cinese Liu Bolin

In pratica si tratta di scatti ove background e sogggetto si fondono in un'unica dimensione. Il soggetto è completamente
dipinto da testa piedi, diventando una tela umana che combacia perfettamente con lo sfondo,mimetizzandosi quasi completamente
con monumenti o palazzi noti.. L'idea e la conseguente esecuzione sono ottime, ma ad essere sincera, dopo aver visto alcuni scatti
ed aver apprezzato le capacità dell'autore, "la cosa non mi ha preso".
Non saprei il motivo. Probabilmente non avendovi ho letto alcun messaggio, più che poterne apprezzare l'estetica, non ho
potuto fare..

Al piano superiore invece due progetti collettivi con carattere di ricerca storico-sociale.
Alcuni scatti interessanti, ma nel complesso il valore delle opere si poteva dire fosse costituito principalmente
dall'aspetto culturale di tale indagine fotografica più che per le fotografie in sè, che in alcuni casi erano tutt'altro che eccezionali. In ogni caso questi due lavori mi hanno fatto riflettere sull'importanza delle fotografie anche a livello didascalico-documentativo e sul fatto che, tutto sommato, essendo funzionali al progetto realizzato,avessero comunque raggiunto l'obiettivo.

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15/11/2010 15:17
 
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Re:
Kernilian, 15/11/2010 15.17:



Molti apparirebbero come errori grossolani, se non sapessimo che si tratta di Doisneau, il quale sappiamo che certamente non
aveva problemi con questi aspetti..




Trovi sul webbe sue immagini a cui ti riferisci?
Così possimao parlarne!



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15/11/2010 15:21
 
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Ho provato a cercare "Doisneau + Palm Springs" su google immagini, ma ne escono poche di quel lavoro e non esemplificative..

Ti dico ciò che mi ricordo, "sembravano sviste" : orizzonti storti e piedi tagliati ad esempio. Ma non sono tanto questi i problemi, sempre che di problema si
tratti.. oggi ci ripensavo.. sicuramente le foto vanno lette in funzione del lavoro realizzato.. In fondo è l'America degli anni '60 probabilmente ad essere fredda, più ermetica, meno comunicativa e lui non ha fatto che adeguare il suo stile?!

In ogni caso abituata al Doisneau delle prostitute parigine o dei bambini in strada, sono rimasta un pò stupita davanti a questo :




[Modificato da Kernilian 15/11/2010 19:20]

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Non mi sono mai chiesto perché scattassi delle foto. In realtà la mia è una battaglia disperata contro l'idea che siamo tutti destinati a scomparire.
Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere. È pura follia. (Robert Doisneau)
15/11/2010 19:19
 
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Qualcuno poi su un blog parla di colori e persone rasentano il trash comparati alla "poetica Parigi in bianco e nero"..

Questo mi fa riflettere ulteriormente su quanto scritto poco fa.. probabilmente, avendo ben in mente un certo Doisneau, non ho considerato abbastanza quale fosse veramente il tema del lavoro..

Infine ho trovato una serie di altre foto, alcune non esposte alla mostra, che mi fanno meglio comprendere il lavoro.. ciò non toglie, che rimango in ogni caso "perplessa", ma riconosco che questo sia un limite.

Nell'immediata visione non ho saputo probabilmente guardare oltre e staccarmi da alcuni schemi che avevo in mente..
[Modificato da Kernilian 15/11/2010 19:22]

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