Sabato scorso sono stata a Milano a vedere la mostra alla galleria Forma dedicata a Doisneau.
Se qualcuno di voi l'ha vista (so che Fediss è andato), mi piacerebbe condividerne le impressioni.
L'esposizione, collacata su di un piano, è stata suddivisa in due sezioni :
Da una parte i suoi scatti di strada, in bianco e nero, ambientati per le vie parigine degli anni '40 e '50 che tutti conosciamo
e - almeno per quanto mi riguarda - amiamo.
Da un'altra, invece, un insolito Doisneau a colori, una collezione degli anni '60 interamente realizzata a Palm Springs.
Per dire la verità, se sulla collezione di Palm Springs non fosse stato indicato esplicitamente che le foto sono di Doisneau,
credo che nessuno le avrebbe mai attribuite a lui.
Lo stile cambia radicalmente. Se nel Doisneau parigino eravamo abituati ad una devozione ed una cura estreme nella composizione, questo di sicuro non si ritrova nelle foto americane.
Queste infatti, anche quando si tratta di soggetti umani, sono più fredde e meno comunicative, o quanto meno, se comunicano,
lo fanno in via del tutto ermetica rispetto ai suoi personaggi francesi che tutti ben conosciamo, ma al di là di questo, ciò che mi è saltato immediatamente agli occhi è la trascuratezza nella composizione e nel taglio..
Molti apparirebbero come errori grossolani, se non sapessimo che si tratta di Doisneau, il quale sappiamo che certamente non
aveva problemi con questi aspetti..
Dunque mi sono chiesta il perchè di tale cambiamento. Semplicemente, dopo tanti anni di perfezione e adesione ai canoni classici,
l'artista si è stufato e ha deciso di mandare all'aria quanto abbracciato in precedenza? Un adeguamento alle mode di quegli anni? Una provocazione?
Sempre sullo stesso piano della galleria inoltre è stata allestita una breve esposizione di alcune opere del progetto
"Hiding in Italy"del fotografo cinese
Liu Bolin
In pratica si tratta di scatti ove background e sogggetto si fondono in un'unica dimensione. Il soggetto è completamente
dipinto da testa piedi, diventando una tela umana che combacia perfettamente con lo sfondo,mimetizzandosi quasi completamente
con monumenti o palazzi noti.. L'idea e la conseguente esecuzione sono ottime, ma ad essere sincera, dopo aver visto alcuni scatti
ed aver apprezzato le capacità dell'autore, "la cosa non mi ha preso".
Non saprei il motivo. Probabilmente non avendovi ho letto alcun messaggio, più che poterne apprezzare l'estetica, non ho
potuto fare..
Al piano superiore invece due progetti collettivi con carattere di ricerca storico-sociale.
Alcuni scatti interessanti, ma nel complesso il valore delle opere si poteva dire fosse costituito principalmente
dall'aspetto culturale di tale indagine fotografica più che per le fotografie in sè, che in alcuni casi erano tutt'altro che eccezionali. In ogni caso questi due lavori mi hanno fatto riflettere sull'importanza delle fotografie anche a livello didascalico-documentativo e sul fatto che, tutto sommato, essendo funzionali al progetto realizzato,avessero comunque raggiunto l'obiettivo.
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Non mi sono mai chiesto perché scattassi delle foto. In realtà la mia è una battaglia disperata contro l'idea che siamo tutti destinati a scomparire.
Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere. È pura follia. (Robert Doisneau)