36FF-NEWS:
  [CALENDARIO SERATE AL 36°] - [CALENDARIO USCITE ED EVENTI] - [SITI DEI SOCI]   
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Scarsa luce: ingannare l'esposimetro

Ultimo Aggiornamento: 19/07/2007 17:45
OFFLINE
Post: 431
Città: MILANO
Età: 48
Sesso: Maschile
Senior
Socio 36F
Leggendo un articolo di fotografia analogica mi sono imbattuto in questa oscura affermazione:
"nel caso di scarsa luce, utilizzate ad esempio una pellicola a 400 asa impostando però la ghiera ad 800.
In fase di sviluppo basterà far presente al laboratorio che la pellicola è stata tirata a 800 asa, in questo modo loro allungheranno i tempi di sviluppo".
Punto. Stop. Nessuna spiegazione.

Io mi chiedo quale utilità possa avere "tirare" una pellicola al doppio della sua sensibilità in fase di scatto, se non quella
di far dimezzare all'esposimetro i tempi di esposizione. Questo per me significa solamente ottenere una foto sottoesposta di uno stop.
E poi recuperare questa sottoesposizione in fase di sviluppo allungando i tempi in laboratorio!!
Ma scusate, a questo punto mi tengo a 400 asa ed espongo normalmente senza fare tutto il casino di cui sopra!!
Cosa mi sfugge??? Dov'è che non ho capito????

[OT: domani sera torno [SM=g27987]]
05/07/2007 14:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Il vantaggio è che riesci a scattare con un tempo che eviti il mosso in scarsa luce, una grana inferiore ad una pellicola da 800 asa. La pellicola ha una latitudine di posa che ti consente di recuperare questo stop di sottoesposizione in fase di sviluppo.
Comunque si usa questo sistema anche per ottenere effetti particolari, però per questo è meglio che intervengano persone più esperte di me per le dovute spiegazioni.
05/07/2007 14:23
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 7.342
Città: GENOVA
Età: 105
Sesso: Maschile
STAR
*GURU* 5 5 5 3 36°
Pellicole e sensibilità - viaggio nel passato.

Scritto da: _skorpio_ 05/07/2007 14.17
Leggendo un articolo di fotografia analogica mi sono imbattuto in questa oscura affermazione:
"nel caso di scarsa luce, utilizzate ad esempio una pellicola a 400 asa impostando però la ghiera ad 800.
In fase di sviluppo basterà far presente al laboratorio che la pellicola è stata tirata a 800 asa, in questo modo loro allungheranno i tempi di sviluppo".
Punto. Stop. Nessuna spiegazione.

Io mi chiedo quale utilità possa avere "tirare" una pellicola al doppio della sua sensibilità in fase di scatto, se non quella
di far dimezzare all'esposimetro i tempi di esposizione. Questo per me significa solamente ottenere una foto sottoesposta di uno stop.
E poi recuperare questa sottoesposizione in fase di sviluppo allungando i tempi in laboratorio!!
Ma scusate, a questo punto mi tengo a 400 asa ed espongo normalmente senza fare tutto il casino di cui sopra!!
Cosa mi sfugge??? Dov'è che non ho capito????

[OT: domani sera torno [SM=g27987]]



Quella descritta era/è prassi comune con il film, soprattutto in BN, ma anche in dia. Lo scopo primario è esattamente quello che hai capito, ovvero di "guadagnare uno stop", sottoesponendo e sovrasviluppando.

Certo che sembra strano ora, che basta un pulsante per n-plicare la sensibilità a piacere o quasi. Ma all'epoca in cui le pellicole "normali" (penso a HP4 HP5 Tri-X ...) erano al più da 400ASA nominali, non rimaneva altro che agire sui tempi di sviluppo (e soprattutto sull'abbinamento rivelatore/film) per cavarsela in situazioni di luce critica (e/o movimenti rapidi) cercando di guadagnare quel diaframmino in più, due se si accettavano limiti qualitativi piuttosto pesanti. Con tre si era alla canna del gas.

In effetti usavo raramente la pellicola "rapida" alla sensibilità nominale (per me standard erano HP4 e HP5): di solito erano 640-800 ASA in Microphen, 10' @ 20C°. E come me molti altri facevano così. Se volevi altre caratteristiche (acutanza, grana media o fine) usavi pellicole da 100-125 ASA (FP4, Plus-X) o meno (Panatomic-X, Pan F) fino ad arrivare alle pellicole da microfilm (Kodak AHU 5875) o speciali quali la Technical Pan in Technidol.

Vuoi un riferimento fondamentale e monumentale a riguardo? Eccolo.
Certo non si aveva nulla del genere all'epoca ... solo i foglietti delle pellicole, qualche articolo nelle riviste e molta sperimentazione personale.

Esistevano anche pellicole per cui in pratica non esisteva nemmeno la "sensibilità nominale", da tanto la loro resa dipendeva dalle modalità di svilppo. Esempio classico la Kodak Recording 2475, con la quale si arrivava fino a 6400 ASA in abbinamento al Kodak DK-50 (o HC-110 o Paterson Acuspeed, o Ornano ST-33), a patto di accettare una grana tipo-sabbia.
E per non parlare di pellicole speciali quali l'HIE Infrared ...

Naturalmente "tirando" la pellicola si modificano anche i parametri dell'immagine, primo tra tutti il "rumore" (ovvero la "grana"): del resto è quanto accade anche oggi, almeno in prima approssimazione. Inoltre anche contrasto (curva caratteristica), acutanza, e tipo di grana vengono ad essere variati al variare delle modalità di sviluppo.

Vale la pena accennare anche al fatto che determinate combinazioni film/sviluppo erano consigliate per ridurre la sensibilità primariamente per ottenere una minore grana (ad es. usando l'Ilford Perceptol).

Insomma ... mi è venuto da scrivere tutto questo sia per il piacere di divagare nel passato che per comunicare ai "giovani" come il modo di gestire il supporto sensibile fosse diverso fino a pochissimi anni fa: in quel contesto una frase come quella che hai riportato aveva senso senza aggiungere altri dettagli, anche se rimane una spiegazione ben ben povera ... e che era sensata solo parlando di diapositive o pellicole a colori; il BN dipendeva talmente tanto come resa finale dalle modalità di sviluppo (rivelatore, tempo, diluizione, agitazione, temperatura ...) che era praticamente assurdo non svilupparlo da soli ... anche molto peggio del fare una foto digitale consegnando in negozio la scheda e lasciando qualunque intervento di post-processing ad altri.

_______________________________________________________________________________________

Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium difficile


05/07/2007 15:23
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 431
Città: MILANO
Età: 48
Sesso: Maschile
Senior
Socio 36F
Re:

Scritto da: El Piolo 05/07/2007 14.23
Il vantaggio è che riesci a scattare con un tempo che eviti il mosso in scarsa luce, una grana inferiore ad una pellicola da 800 asa.


In linea teorica ok...Ma allora tanto vale tenere i 400 asa e dimezzare il tempo di esposizione...Cioè l'esposimetro mi dice 1/30, benissimo io scatto ad 1/60...boh continuo a non capire.
05/07/2007 15:24
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 431
Città: MILANO
Età: 48
Sesso: Maschile
Senior
Socio 36F
Re: Re:
scusa mrxas, abbiamo postato nello stesso tempo, non avevo letto la tua risposta...Ora me la "sorbisco" tutta e poi ritorno alla carica con le domande.
05/07/2007 15:27
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 431
Città: MILANO
Età: 48
Sesso: Maschile
Senior
Socio 36F
Re: Pellicole e sensibilità - viaggio nel passato.
Ok..letto tutto. Capisco che se al massimo una pellicola era a 400 risultava necessario "recuperare" l'800 in laboratorio (avendo l'accortezza di sottoesporre in fase di scatto).
Stesso discorso per avere una grana fine su una lunga esposizione.
Ma continuo a non capire perchè devo girare sta benedetta ghiera degli iso della reflex su un'altra sensibilità!!
Ho una 400 asa, la macchina mi dice f8 1/30?? Benissimo, io scatto a f8 1/60....Poi come mi avete fatto capire voi, vado a recuperarla in fase di sviluppo allungando i tempi...Ma che bisogno c'è di spostare il selettore della reflex su un'altra sensibilità???
05/07/2007 15:36
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
il caso che esponi skorpio e' piu' estremo delle domande che si pone Piolo.Nel caso tuo serve soltanto a recuperare un diaframma o ad ottenere piu' grana, il tutto quando non si ha a disposizione una "vera" 800 asa. La regola generale invece che in qualche maniera riprende il tuo esempio, e' di esporre per le ombre e sviluppare per le luci.
Cosa vuol dire? Esporre per le ombre vuol dire ottenere un negativo piu' denso e quindi piu' controllabile in fase di stampa.Esiste poi un ulteriore accorgimento che consiste nel diluire lo sviluppo e allungarne i tempi per aumentare leggermente la gamma tonale.
05/07/2007 15:43
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 7.342
Città: GENOVA
Età: 105
Sesso: Maschile
STAR
*GURU* 5 5 5 3 36°
Re: Re: Pellicole e sensibilità - viaggio nel passato.

Scritto da: _skorpio_ 05/07/2007 15.36
Ok..letto tutto. Capisco che se al massimo una pellicola era a 400 risultava necessario "recuperare" l'800 in laboratorio (avendo l'accortezza di sottoesporre in fase di scatto).
Stesso discorso per avere una grana fine su una lunga esposizione.
Ma continuo a non capire perchè devo girare sta benedetta ghiera degli iso della reflex su un'altra sensibilità!!
Ho una 400 asa, la macchina mi dice f8 1/30?? Benissimo, io scatto a f8 1/60....Poi come mi avete fatto capire voi, vado a recuperarla in fase di sviluppo allungando i tempi...Ma che bisogno c'è di spostare il selettore della reflex su un'altra sensibilità???



La frase che hai riportato era tipica quando si voleva spiegare come cavarsela in una situazione di luce scarsa con i mezzi che si avevano a disposizione in quel momento. A questo si fa esplicitamente riferimento:

"nel caso di scarsa luce, utilizzate ad esempio una pellicola a 400 asa impostando però la ghiera ad 800. In fase di sviluppo basterà far presente al laboratorio che la pellicola è stata tirata a 800 asa"

A tutti gli effetti è come avere una pellicola da 800ASA, quindi si regola l'esposimetro a 800ASA. Sarà poi il chimico che saprà come fare a salvare capra e cavoli (perdendone qualcuno per strada).

Caso del tutto analogo ma concettualmente diverso è quanto richiamato da pentangle. E' diverso perchè diverso è il risultato che ci si prefigge, e la risposta può essere molto articolata: ognuno aveva le sue idee quanto a come combinare i parametri di sviluppo per ottenere dalla pellicola le caratteristiche desiderate. "Sottoesporre e Sovrasviluppare" o il suo opposto, assieme alla scelta del rivelatore, la sua diluizione e l'agitazione variano la risposta della pellicola (ovvero l'annerimento) in funzione dell'intensità luminosa. Su di essa agisce la minore o maggiore esposizione ed in definitiva la regolazione dell'esposimetro. Penso si trovino in rete tutorials che spiegano il rigiro, e di certo esistono le curve di cui sopra nella documentazione tecnica dei film. Ritengo però che la miglior cosa sia sperimentare: è materia del tutto personale, e può anche essere irrilevante ottenere "la miglior resa tonale" in senso tecnico. E' quello che ci piace di più che dovrebbe guidarci, foss'anche ottenere un negativo lith, ovvero con due toni.

_______________________________________________________________________________________

Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium difficile


05/07/2007 16:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
piu' che giusto quanto detto da mrxas, va aggiunto che il digitale affrontato come esperienza primaria crea un "imprinting" digitale.Difficile pensare ai risultati come frutto della'accoppiata esposizione/sviluppo.Anche il sistema zonale sembra qualche cosa di antico.Mi rendo conto che massimamente il risultato che si ottiene dal digitale al primo approccio e' superiore all'analogico.Cio' piu' che impigrire potrebbe far pensare di aver trovato il punto di partenza.In realta' e' un punto di arrivo e verra' presto o tardi la voglia di riscoprire tecniche oggi considerate obsolete.Anche perche'alcuni insegnamenti possono essere ancora validi con il digitale.Il sistema zonale ad esempio, con estrema complicazione ma perfetto risultato sarebbe possibile da realizzarsi .
05/07/2007 17:16
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 7.342
Città: GENOVA
Età: 105
Sesso: Maschile
STAR
*GURU* 5 5 5 3 36°
Re:

Scritto da: pentangle 05/07/2007 17.16
piu' che giusto quanto detto da mrxas, va aggiunto che il digitale affrontato come esperienza primaria crea un "imprinting" digitale.Difficile pensare ai risultati come frutto della'accoppiata esposizione/sviluppo.Anche il sistema zonale sembra qualche cosa di antico.Mi rendo conto che massimamente il risultato che si ottiene dal digitale al primo approccio e' superiore all'analogico.Cio' piu' che impigrire potrebbe far pensare di aver trovato il punto di partenza.In realta' e' un punto di arrivo e verra' presto o tardi la voglia di riscoprire tecniche oggi considerate obsolete.Anche perche'alcuni insegnamenti possono essere ancora validi con il digitale.Il sistema zonale ad esempio, con estrema complicazione ma perfetto risultato sarebbe possibile da realizzarsi .



Concordo con questa analisi.

E' forse più difficile - per chi ha anni di film alle spalle - capire "la mentalità" chi "nasce" con il digitale che viceversa.

Per "noi" è un'evoluzione del film, ed oltretutto tendiamo a dare per scontate nozioni ed abitudini che non lo sono affatto. Al contrario se qualcuno s'incuriosirà e vorrà provare a giocare con le antiche tecniche (antiche di 3-4 anni!) scoprirà che l'esperienza fatta in questo modo arricchirà sensibilmente la sua visione digitale, espandendone comprensione e possibilità.

_______________________________________________________________________________________

Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium difficile


05/07/2007 17:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
porsi delle domande mi pare un eccellente punto di partenza Skorpio, credo che le risposte poi facciano altrettanto bene a chi le offre e vive con passione la fotografia.Mi sentirei di consigliarti di insistere.A porti domande intendo!
05/07/2007 17:54
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 2.293
Sesso: Maschile
STAR
Socio 36F
Skorpio ha scritto "...Ma allora tanto vale tenere i 400 asa e dimezzare il tempo di esposizione...Cioè l'esposimetro mi dice 1/30, benissimo io scatto ad 1/60...boh continuo a non capire..." il fatto è che una volta presa la decisione di sottoesporre, TUTTA la pellicola deve essee sottoesposta dello stesso indice, e di conseguenza sovrasviluppata, perché se in una pellicola sottoesponi metà delle foto ed esponi correttamente l'altra metà in sviluppo hai da scegliere tra avere metà delle foto buone e metà sottoesposte o al contrario metà corrette e metà sovraesposte. Per questo l'uso di modificare l'impostazione della sensibilità della pellicola. Tra le altre cose il digitale ha reso ogni immagine ripresa un "singolo" in cui puoi impostare le sensibilità, sovra/sottoesposizione senza influenzare le altre come usando una fotocamera a pellicole piane. Il film 35mm oppure 6x6 che sia è invece una entità unica che va esposta e sviluppata in modo coerente.

_______________________________________________________________________________________


Preserve your memories, They're all that's left you



08/07/2007 21:42
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
Post: 431
Città: MILANO
Età: 48
Sesso: Maschile
Senior
Socio 36F
Re:

Scritto da: (superciuk) 08/07/2007 21.42
se in una pellicola sottoesponi metà delle foto ed esponi correttamente l'altra metà in sviluppo hai da scegliere tra avere metà delle foto buone e metà sottoesposte


Ecco...Finalmente ho capito cosa mi sfuggiva!!!
GRAZIE
19/07/2007 17:45
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:14. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com