Diesel@, 18/04/2011 12.42:
Mi è piaciuta molto in particolare per la compostezza, la delicatezza che si trova anche nelle immagini più crude, nelle scene di guerra o di morte.
Mi domandavo se fosse una sua caratteristica stilistica o se fosse proprio la fotografia ad essere diversa.
Non credo che la guerra oggi sia più cruenta ma le immagini sono senz'altro più spietate nella rappresentazione del dolore e della devastazione. Personalmente percepisco molto bene anche nelle foto dello sbarco (per quel poco che ne resta) la fatica, la sofferenza e la paura dei soldati eppure non ci sono scene "splatter"... la dignità umana non è mai compromessa.
Che impressione avete avuto?
E' sicuramente una questione troppo lunga e complessa per essere discussa qui. D'altra parte sai come io la pensi sulle "foto della sfiga"
Secondo me è molto più facile cercare di rappresentare il dolore impressionando con immagini inutilmente cruente o macabre piuttosto che usare la sensibilità e l'intelligenza. E' quello che càpita di vedere tutti i momenti, e che è anche capitato di vedere al club. Si pretende di sostituire "qualità" con "quantità" : il sensazionalismo ha sostituito l'informazione distorcendo la comunicazione e soprattutto calpestando la dignità umana.
Secondo me è la fotografia ad essere diversa, perchè la "società" è diversa e consente, accetta, richiede l'effetto grezzo e triviale. Ma è chiaro che per fare certe foto è necessario avere una sensibilità ed una capacità di osservare che pochi hanno.
(scritto prima di fediss e postato dopo ... e vedo che il pensiero è simile)
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Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium difficile